Che cosa stanno cercando gli adolescenti oggi? Stanno ancora cercando qualcosa? Qualcuno è disposto ad ascoltarli e guardarli con uno sguardo diverso da quello che troppo insistentemente i media continuano a propinarci? Queste sono solo alcune delle domande che mi hanno spinto a scrivere degli adolescenti contemporanei nel mio libro “Non sono cristallo, ma diamante”. Una generazione che ancora viene dipinta al telegiornale, sui quotidiani e nel mondo social come ribelle, trasgressiva,maleducata e senza valori, colpevole di ogni nefandezza, ma che ormai da più di un decennio è stata descritta dagli autori più rilevanti nel panorama nazionale ed internazionale come fragile, insicura, spaventata, confusa, per l’appunto di “cristallo”. Su questo aspetto è necessario fare chiarezza. Come ogni fenomeno è vero tutto e il contrario di tutto, ma ciò che davvero conta se si vuole abbozzare un’analisi il più possibile fedele alla realtà è individuare la tendenza dei processi in corso. Qual è allora la tendenza di questa generazione? Ribellarsi, combattere, sfidare il mondo adulto e cercare simbolicamente di uccidere l’autorità che detiene il potere proprio come fece Edipo assassinando suo padre? Oppure subire passivamente, chiudersi in sè stessi, sentirsi impotenti, inadeguati e ricercare costantemente attenzioni e conferme come Narciso? Osservando bene, emerge con chiarezza che i ragazzi e le ragazze di oggi corrispondono maggiormente al secondo profilo. Il ritiro sociale che sfocia nella figura dell’Hikikomori, l’autolesionismo “normalizzato”, l’abbandono scolastico, i suicidi in tenerissima età, i disturbi del comportamento alimentare, la fomo (fear of missing out) che porta a ricercare costantemente l’approvazione dei coetanei nel mondo dei social, sono solo alcuni dei segni di un evidente malessere generazionale pervasivo e diffuso a tutte le latitudini. Il quadro deprimente è quello di una generazione senza voce e senza orecchie disposte ad ascoltarla. Il vero dramma però è che dietro a questi volti si nascondono una miriade di adolescenti - diamanti che in realtà desiderano solo essere visti, apprezzati, interpellati o meglio ancora responsabilizzati. La politica e gli adulti amano sottolineare come “i giovani sono il futuro”, salvo poi abbandonarli a sè stessi, lasciandoli vita natural durante intrattenuti davanti agli smartphone (demonizzati ed accusati di tutti i mali del mondo), con il solo obiettivo di tenerli zitti e buoni, composti e silenziosi, esattamente l’opposto di quello che dovrebbero essere i ragazzi e le ragazze nel pieno delle loro forze. Aldilà di facili slogan da campagna elettorale quello di cui necessitiamo come collettività è un serio impegno politico che scelga di investire seriamente sull’educazione e sulla formazione dei nostri adolescenti. Servono idee coraggiose, luoghi, spazi concreti, centri di aggregazione giovanile, laboratori, progettualità, soldi. Abbiamo il dovere di stimolare le menti dei nostri ragazzi, perchè sono loro che possono investirci con le loro idee rivoluzionarie, utopiche, brillanti, imbarazzanti, originali e creative. Siamo chiamati a far rinascere in loro il desiderio di prendere parte attiva alla vita in società, coinvolgendoli nelle associazioni di volontariato, nei servizi per i più bisognosi, nell’animazione per i più piccoli e molto altro. Il rischio enorme che stiamo correndo è che i legami e la cooperazione sociale si affievoliscano sempre più, disconnettendoci gli uni dagli altri e ritrovandoci isolati e abbandonati ognuno al proprio personale cammino. Non possiamo sprecare tutta questa linfa vitale custodita nei nostri adolescenti. E’ davvero essenziale che tornino a brillare come diamanti, talvolta anche accecandoci, disturbandoci, giusto per ricordarci che loro esistono e non vedono l’ora di mangiarsi la vita.