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Quale l’attualità del Concilio Vaticano II oggi nel percorso del Sinodo

autore: Paolo Cappelli | tema: CHIESA
data di pubblicazione: 24-10-2022

“Abbiamo fatto sempre cosi”. Non dobbiamo farci vincere dalla sfiducia, e dalla paura.

L’11 ottobre abbiamo ricordato  il sessantesimo anniversario della apertura del Concilio Vaticano secondo. 
 
Gli anni di in cui si aprirono i lavori del Concilio non erano anni facile ne dentro ne fuori la Chiesa. Dal punto di vista sociale e politico erano anni di grandi cambiamenti e ricchi di incertezza. L’intuizione pero che Papa Giovanni XXIII  ed i Padri conciliari ebbero fu proprio quello di anticipare i tempi, proponendo alla Chiesa un grande cambiamento che vide coinvolto nel profondo la struttura nel suo insieme, la gerarchia ma a anche tutto il popolo di Dio. Si chiese allora al clero, ed ai credenti tutti di abbandonare quelle certezze che avevano contraddistinto, fino a quel momento la vita liturgica e di fede, i rapporti ed i sacramenti, chiedendo a tutti un grande conversione ed un modo nuovo di leggere la parola di Dio.
 
Il Concilio in qualche modo fu anticipatore di quei grandi cambiamenti che vide poi anche qualche anno dopo la società del tempo vivere una profonda crisi politica, sociale e di identità. In sostanza il Concilio fu capace di essere anticipatore del cambiamento.
 
Questa è la storia, ma oggi cosa rimane di quel messaggio e di quella intuizione, quale è l’attualità dei documenti allora elaborati. Sicuramente i tempi di allora sono diversi da quelli di oggi. la Chiesa vive in questo tempo una dimensione di minoranza, in termini culturali e numerico. Si osserva purtroppo da piu’parti  il rischio di una deriva  pessimista che porta a pensare di chiuderci o  peggio a serrarsi nella tradizione del “si è sempre fatto cosi”.
 
Proprio per questo il Sinodo che siamo chiamati a vivere a livello diocesano e di Chiesa nazionale deve essere visto e vissuto come una importante opportunità per riscoprire e rilanciare il messaggio del Concilio Vaticano secondo, in particolare come Azione cattolica nella partecipazione dei laici alla vita delle comunità parrocchiale e diocesana riscoprendo quel sano protagonismo nel quale la Chiesa è intesa come comunità di battezzati, ogniuno con i propri carismi.
 
Anche l’azione cattolica di allora sotto la guida del Presidente Bachelet di pose in quel grande sentiero di cambiamento, attraverso quella che pose la scelta religiosa come elemento primario da cui discendere il resto.
 
In questo tempo di incertezza allora riscopriamo la speranza, viviamo con positività e speranza questo tempo in cui siamo chiamati a vivere nella consapevolezza che, Noi – affermava Bachelet - dobbiamo essere, in questa società inquieta e incerta, una forza di speranza e perciò una forza positiva capace di costruire nel presente per l’avvenire.

Paolo Cappelli – Presidente diocesano AC